Non è facile sintetizzare in poche righe il senso di una Porter. Ma noi ci proviamo ugualmente, partendo dalla genesi di questa tipologia, tra le più rappresentative del repertorio britannico. Il contesto storico è quello del XVIII secolo; uno scenario brassicolo in movimento a causa del successo ottenuto dalle nuove Pale Ale, le ambrate comparse sulla scena del Regno Unito a partire da metà Seicento. Prima di allora, la cottura dei cereali da impiegare in ammostamento si eseguiva a fiamma diretta, dando luogo a tostature assai pronunciate e, per conseguenza, a pinte dal colore piuttosto scuro.
Con l’entrata in scena, appunto a metà XVII secolo, del forno a getto d’aria, si diviene in grado di preparare malti assai più chiari: e allo stesso modo le birre che, da essi, traggono vita. Talmente più chiare, rispetto alla media, da essere battezzate con l’appellativo di pallide: le Pale Ale, come detto. Il loro successo è rapido: sebbene frenato dal prezzo (erano figlie di una tecnologia nuova, dunque costosa: e perciò costose esse stesse), riesce tuttavia a erodere quote di mercato a scapito delle birre più tradizionali, dalle tinte brune, spesso molto marcate. I produttori delle quali corrono a ripari, prendendo a sperimentare soluzioni tali da garantire, alle loro bevute, maggiore personalità organolettica e maggiore appeal. Spesso si procede senza un’intenzione lucidissima; certo è il progressivo spostamento verso colorazioni ancor più scure; curvature gustative ancor più amare (grazie all’impiego di crescenti quantità di luppolo); e sensazioni di acidulità ben percettibili. Decisivo è, dal terzo decennio del Settecento in avanti, il ricorso a un tipo di malto cotto velocemente e ad alta temperatura: tanto da esplodere, quasi come fiocchi di pop corn; un malto, perciò, detto blown e contrassegnato proprio da bruciature ben incisive in termini, appunto, di amaricatura e di acidulità.
Ne nasce ben presto uno stile identificato da queste tonalità dark (all’occhio, al naso, al palato); il quale, potendo peraltro essere brassato a partire da ingredienti alquanto economici, viene adottato dai consumatori appartenenti alle classi economiche meno abbienti. Tra essi, scaricatori e facchini operanti nel porto di Londra ovvero i porters: dai quali la nuova tipologia trae il proprio battesimo ufficiale.
La Porter (4-5,4 il ventaglio delle taglie alcoliche) presenta un austero color ebano, guarnito da schiuma ocra; profumi di caffè, orzo in tazza, cacao, noce e liquirizia, oltre a sentori legnosi; un andamento gustativo bilanciato tra morbidezza generale e affilatezze conferite dalla torrefazione dei cereali di base. Un profilo che poi viene declinato in base alle attitudini del singolo interprete. Nella 2 Cilindri le propensioni alla rotondità orientano il naso verso sensazioni anche di caramello bruciato e prugna disidratata; e dirigono il palato verso uno svolgimento felpato, intenzionalmente privo di contundenze, a favorire una bevibilità già agevolata dai non molti (5) gradi alcolici. Come dire: l’altro modo di bere scuro.