Le feste di Natale e fine anno sono (o dovrebbero essere) anche e soprattutto un momento per recuperare il senso della vicinanza umana: a prenderne con serietà il significato, rappresentano un’occasione per ritrovare la dimensione dell’empatia verso l’altro; e (vale la pena, una volta tanto, scomodare concetti impegnativi) per riappropriarsi di uno spirito di autentica fratellanza. Dunque, lasciamoci andare all’abbraccio: al piacere dell’incontro anche con chi, o cosa, sentiamo inevitabilmente “distante” per cultura e temperamento. Un principio, questo, che vale tanto sul piano relazionale, quanto su quello della tavola: anzi, a veder bene, è proprio attorno al “buon mangiare e bere” che risulta più facile (o, come minino, meno problematico) capirsi tra persone e personalità diverse.
Così, il Forte, in vista dei pranzi e delle cene (o dei semplici spuntini) da consumare “sotto il vischio augurale” cala il proprio “asso nella manica stagionale”: ovviamente la “Cintura d’Orione” (una Belgian Dark Strong Ale elaborata ogni anno con una differente varietà di miele), proponendola in abbinamento con un dolce tipico della cucina campana, ovvero gli struffoli; dalla Versilia, insomma, alla “fiocca” dello Stivale italiano: quanto a distanza non c’è male, no? Eppure (come volevasi dimostrare), non di rado le distanze sono solo apparenti: ché tra la birra e il dessert in questione le affinità invece fioccano, proprio come la neve in inverno. Lo struffolo infatti (detto in parole brutalmente brevi) è un dolcetto impastato (in forma di piccola bilia) con farina, burro, uova, sale e liquore all’anice, per essere poi fritto in olio e, infine, guarnito con miele, confettini colorati, zucca e scorze d’agrume (cedro, arancia) candite.
Un boccone quindi decisamente dolce, più che discretamente grasso e spiccatamente aromatico. Le cui fattezze sensoriali sembrano essere “tagliate su misura” per farsi annaffiare da quelle della Cintura. La nostra “invernale” con la sua struttura zuccherina pareggia quella del “morso”; con il suo tandem di bollicina e alcol (10 i gradi) diluisce a dovere le densità lipidiche del combinato burro-olio; con la sua olfattività densa e articolata (biscotto, calotta di panettone, uva passa) tiene testa a quella dello struffolo: riprendendone in particolare sia le correnti mielate (l’ingrediente è presente tanto nel piatto quanto nel bicchiere) sia le balsamiche (dovute, nel dolcetto, all’anice), giacché, parlando sempre di miele, la tipologia impiegata in questo 2021 è quella di eucalipto, dotata per propria natura di una nota ventilata e rinfrescante. Calore e refrigerio al contempo: perché a Natale gli opposti si toccano e brindano insieme…