Ci sono “bocconi” il cui gusto genera un ricordo esso stesso ricco di un sapore speciale. È il sapore – anzi, sono i sapori – della memoria: di un episodio felice, legato all’allegria o all’amore; di un tempo andato, molto spesso quello della propria gioventù o dell’infanzia. In questo senso ogni generazione è legata a sue consuetudini, non di rado uniche (esattamente perché quelle consuetudini si avvicendano con le generazioni stesse): magari non comprensibili al di fuori (prima o dopo che sia) della fascia anagrafica alla quale appartiene chi, quelle abitudini, ha vissuto. Ad esempio, chi è nato almeno un terzo di secolo prima della fine del Novecento, non può non commuoversi al pensiero di certe merende “ante merendinas” (passateci il “latinorum”) ovvero antecedenti all’era degli spuntini confezionati. Erano spuntini (non di rado “abbondantelli”) preparati in cucina, dalla mamma o dalla nonna; roba casereccia davvero: pane latte e zucchero, pane olio e sale, pane zucchero e un goccio di vino rosso… Ecco, da questo repertorio ci piace oggi ripescare una combinazione d’ingredienti che ha in sé il fascio del “vecchio stile” e insieme il pregio di un’inossidabile attualità, a fronte di un assemblaggio di contenuti sensoriali assolutamente idoneo a trovare diritto di cittadinanza nella contemporaneità.
Sentite la musica: una fetta di pane (meglio se integrale, meglio ancora se “nero”: cioè con farina, anche, di segale); una di formaggio non stagionato; e per finire qualche gheriglio di noce. Merenda sana, genuina, nutriente… e buona, ma buona buona. Il gusto tostato del pane si accompagna, prima, a quello latteo della materia casearia (un Asiago fresco, ad esempio); e poi trova il “colpo d’ala” in quello tipico della noce, dalle fini morbidezze oleose. Il tutto convergendo su una tendenza organolettica diretta verso rontondità-amidaceo lipidiche (il pane di segale contiene spesso semi di girasole o lino), capace di garantire contenuti saporiti benché non sapidi.
E a irrorare il palato, dopo ogni morso? Ecco, al “Forte” abbiamo una birra che sembra cucita su misura al compito: la “2 Cilindri”, la nostra Porter da 5 gradi in stile rigorosamente inglese. Le cui torrefazioni asseconderanno (in senso crescente) le tostature dello spuntino e sposeranno le sue trame lattee in un intreccio da cappuccino o da cioccolato chiaro; le cui note olfattive da frutta secca prenderanno per mano quelle della noce; le cui lievi acidità, unite alla bollicina, diluiranno carezzevolmente il grasso del boccone; la cui elegante amaricatura non rischierà “bisticci” con salature che il piatto, semplicemente, non ha. Dunque, tutti a merenda: con, a portata di mano, una “2 Cilindri”…
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