La nostra Bitter “irrora” le scaloppine “di stagione”
Funghi: uno tra i frutti più tipici e golosi dei mesi autunnali. Protagonisti di tante e tante ricette del repertorio gastronomico italiano: si pensi, per esempio, agli antipasti con crostini di polenta ai porcini; o ai vassoi fumanti di risotto ai finferli. Ebbene, a questa rassegna non manca certo il “capitolo” dei “secondi”. Tra i quali ci piace richiamare l’attenzione verso un “grande classico” della cucina tricolore: le scaloppine ai galletti. Ci piace perché… sono buone, certo. Ma ci piace anche per un altro motivo; ci dà il destro per proporre un abbinamento che a noi sta a cuore: con la Meridiano Ø, la nostra Strong Bitter, una delle birre “della prima ora”, quelle con cui il Forte ha mosso i suoi primi passi, nel 2011. Ma andiamo con ordine; e vediamo, anzitutto, come preparare il piatto.
Puliti bene i galletti, li si fa cuocere a fuoco basso (10 minuti scarsi) in padella con extravergine e uno spicchio d’aglio, più una spolverata di pepe nero e, alla fine, di prezzemolo fresco. In un altro angolo del piano di lavoro, si passano delle fettine di vitello (o altra carne, se si preferisce) in farina di riso e poi, a loro volta, le si fa cuocere in padella, su un fondo di burro sciolto nel liquido di risulta dei funghi stessi. Anche in questo caso, dieci minuti bastano: ma meglio a fiamma vivace. Quindi si guarnisce la carne coi finferli, si aggiusta di sale e si “sbarca” in tavola.
Qui, ad attendere la portata, c’è appunto la Meridiano. Col suo colore ambrato e i suoi aromi – conferiti da una selezione di luppoli britannici più un tocco di Stat Uniti (ma giusto un tocco) – che ricordano biscotto, buccia di mela, una folata di mandarino e, pensa un po’, proprio il terroso dei rizomi e del fungo. Eccolo il “gancio” con la nostra pietanza: l’allineamento delle direzioni olfattive tra boccone e sorso che crea quella “assenza di discontinuità” il cui effetto è statisticamente così gradito al consumatore. Ma naturalmente c’è dell’altro: il gusto della birra, segnato da una vena amaricante che (“limata” dalla dolcezza del malto e dei 6 gradi alcolici) non rischia stridori con la sapidità delle scaloppine. Poi, quand’anche lo facesse (un palato non è mai uguale all’altro; e c’è a chi, in cucina, piace spingere un po’ con la saliera), abbiamo una soluzione pronta all’uso: aggiungere, come contorno, una porzione di fagioli cannellini conditi solo con un ricciolo d’olio: la loro dolcezza amidacea ridurrà ulteriormente la percezione sia delle sapidità sia delle amaricature, facendo da amalgamante armonico. Il resto? Tutto godimento; scaloppine ai funghi e Meridiano Ø: amore “a primo autunno”…