Un territorio si riconosce – si “annusa” vien da dire, lanciandosi in una sinestesia audace ma vivida – anche dalle parole di cui fa uso la sua gente. Basti pensare a espressioni come il siciliano “Mizzica!”, per manifestare stati d’animo come lo stupore o anche fastidio; per non dire del romanesco “Mica t’ho detto cotica…”, con cui s’intende “Mica ti ho offeso…” (dandoti del maiale); o ancora il friulano “Mandi”, quella formula di saluto (tipo “Ciao!”) che è forse il più diffuso “biglietto da visita” (verbale, chiaramente) di quel meraviglioso angolo del Nord-Est italiano.
Ebbene, anche la nostra Versilia ha naturalmente il suo dizionario, orgogliosamente coltivato; e tra le sue voci troviamo il sostantivo “noppolo”. Sapete qual è il suo significato? Per assonanza si può arrivarci: è “luppolo”.
E naturalmente “Il Forte” non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di rendere suo questo bel termine dialettale: che infatti dà il proprio nome alla “Fior di Noppolo”, così battezzata per la sua natura e la sua fisionomia sensoriale.
È una delle nostre etichette stagionali; un’American IPA prodotta all’inizio dell’autunno proprio con fiori di luppolo freschi: anche quelli del nostro campo personale. Una sorsata dal gusto bilanciatamente dolceamaro e dal profumo in parte più caldo (grazie alla nota biscottata dei suoi malti ambrati), in parte più fresco: tratto, quest’ultimo derivante dall’impiego di luppoli americani carichi di fragranze esotiche (papaya, mango) e agrumati (arancia). Insomma una sorsata eclettica: adatta ai vari periodi dell’anno; ai più diversi abbinamenti in tavola; e anche ai differenti momenti della giornata. Così, immaginando di godersene una intera (dall’alba al tramonto) per le strade della Versilia, che è splendida non solo mei mesi della ruggente estate balneare, si potrebbe buttar giù un programmino scandito proprio dalla compagnia, tappa per tappa, di questa nostra birra.
Al mattino, una passeggiata lungo una spiaggia o tra le vicine dune odorose (punteggiate di piante aromatiche): forse ancor più suggestive in ottobre, che non sotto il martello del solleone e sotto l’assedio festoso del popolo delle vacanze.
E qui la Fior di Noppolo la stappiamo come aperitivo: ché i suoi 6 gradi la rendono scorrevole e mai pesante.
Poi, il pranzo; con un primo piatto come i “topetti” (gnocchi di patate) con zucchine e gamberetti: un boccone dalla tendenza fondamentalmente dolce, tra i più idonei a duettare il palato amaricante di una IPA.
Pomeriggio? Piccolo itinerario tra i musei locali (come quello “dei bozzetti” a Pietrasanta; quello “della Satira” a Forte dei Marmi; o la Galleria d’arte moderna e contemporanea a Viareggio); il tutto a preparare una cena a base di leccornie tipiche, quali ad esempio il biroldo: un insaccato, sì, ma esso stesso dolce (lo si prepara con sangue suino e uva sultanina) e dunque, di nuovo, “su misura” per il “temperamento bitter” della nostra India Pale Ale. La quale infine, nella ancora dolce serata lungo il Tirreno, potrà accompagnare perfino il dessert; a sua volta tradizionale, certo: come la “scarpaccia viareggina”, la torta di zucchine, con il suo profilo zuccherino e vegetale.
Fior di Noppolo e Versilia: connubio da favola!