Diciamo la verità: l’insalata di riso è uno di quei piatti che… è sempre il momento giusto di metterli in tavola. Nel senso che la ricetta (anzi, le ricette: tante e tanto diverse sono le soluzioni, in ordine al condimento) si presta per un consumo davvero “a tutto campo”, lungo l’intera estensione del calendario, da gennaio a dicembre. Un po’ per la sua praticità; un po’, appunto, per la possibilità di orientare i “fondamentali” gustativi in funzione del clima, con ingredienti più leggeri o, invece, sostanziosi.
Detto questo, è altrettanto vero che si tratta di una portata il cui “consenso” conosce un picco soprattutto d’estate: sia per la temperatura di servizio, che lo vuole fredda; sia per la digeribilità del riso in sé, una volta bollito mantenendolo “al dente”; sia perché, come base, si presta in modo eccellente ad accogliere, senza prevaricazioni, i sapori delicati di ingredienti quali ortaggi, erbe aromatiche, pesce e frutti di mare. Giusto quelli della versione che proponiamo in questa circostanza: salmone affumicato, mazzancolle (lessate), vongole (appena soffritte in extravergine, con prezzemolo e aglio spicchi), seppie (cotte nel sugo rilasciato dalle stesse vongole), pisellini (trattati al vapore), pomodori ciliegini; olive nere denocciolate; il tutto rifinito con una spolverata, leggera leggera, di sale ed erba cipollina.
Una preparazione, insomma, semplice e, al contempo, di gran soddisfazione per il palato.
Un boccone “fine” nell’impatto sensoriale (dunque orientato all’abbinamento con una birra, essa stessa non arrogante); e anche piuttosto magro come contenuto in grassi e amidi (questi ultimi espulsi scolando il riso): il che non richiede un bicchiere “muscolare” in acidità, bollicina e alcol. Poi ci sono altri parametri di cui tener conto: la tendenza ittico-agliacea e l’acidulità da pomodoro che prediligono, nella sorsata, un’acidulità corrispondente, al fine di garantire al cavo orale armonia e, insieme, capacità di ritrovare freschezza, dopo la masticazione.
Ecco, allora: nel complesso questa insalata di riso rivela un “profilo” che sembra pensato su misura per la “Sangorache”, la nostra birra in stile Grisette, da cinque gradi e due. Il cui profumo è floreale (sambuco, tiglio, lino), speziato (chiodo di garofano, pepe) e dotato di una curiosa punta minerale-affumicata che va a riprendere quella del salmone.
Mentre la bevuta, asciutta e briosa nella carbonazione, risulta appena appena amaricata, così da non urtare il sale e il pepe aggiunti prima di impiattare. Riso freddo “del pescatore” e Sangorache: la coppia dell’estate!