Abbinare un superalcolico non è affatto banale. E è per questo che ci piace farlo. Per il gusto di una sfida senza punti d’arrivo, tenuta sempre viva da un mai sazio piacere della sperimentazione. E della provocazione, pure. Sotto i riflettori, ovviamente, c’è la Stilla Bianca, il nostro distillato di birra dalla tinta dorata, preparato – grazie alla preziosa collaborazione di Nannoni Grappe (a Civitella Paganico, Grosseto – attraverso un procedimento che prevede l’affinamento di 12 mesi in barrique (provenienza Frescobaldi): ma botticelle di natura delicata, relativamente alle cessioni organolettiche (la scelta è andata sul legno di acacia); e comunque al secondo passaggio (hanno, cioè, già ospitato un ciclo di affinamento), per di più applicato a un vino bianco (materia essa stessa meno impattante, nel lasciare traccia sensoriale, rispetto a un rosso).
Per stringere: i fusti sono stati selezionati in modo tale da rispettare quanto più possibile la varietalità del temperamento gustolfattivo della Stilla: al naso note di vaniglia, frutta candita, pasta di mandorle; al palato (caldo, ma tale da lasciare la bocca pulita e con un ritorno di freschezza) sensazioni supplementari di tabacco e ciliegia sotto spirito.
Ed ecco l’aggancio all’abbinamento che proponiamo: con una mattonella di cioccolato bianco variegata, appunto, alle amarene. Perché? Perché l’esuberanza dell’ondata etilica, che erompe nella sorsata, trova pane per i propri denti nella resistente massa grassa del dessert, il nucleo profondo del quale è costituito da burro montato a crema, unito prima a del cioccolato bianco (sciolto in bagnomaria), poi (dopo l’amalgama tra le due componenti di base) al frutto rosso che è cardine della ricetta, nonché a una granella di biscotti (infine il tutto viene messo a riposare in frigo qualche ora, per essere servito fresco). In sostanza, l’alcol della bevuta liquefarà il blocco lipidico del boccone e, al contempo, troverà in esso un argine equilibrante alla propria veemenza; mentre, al netto di tali sottrazioni materiali, gli aromi di amarena espressi dalla Stilla creeranno le basi per una piacevole continuità nell’esperienza d’assaggio piatto-bicchiere. Se poi i biscotti fossero alla mandorla e al caffè, i richiami diventerebbero ancor più precisi: come dire, il fiocchetto finale!